Acquerello - Alghero fine '800

Storia

Dai Doria a perla del turismo sardo...

Alghero > Storia

Alghero nasce nel XII secolo come colonia di famiglie genovesi inviatevi dalla potente dinastia dei Doria. Il centro si sviluppò prosperoso grazie alle favorevoli condizioni climatiche e alla presenza di una rada riparata che consentiva di mettere al sicuro le imbarcazioni.

In realtà l'area era abitata fin dal neolitico antico e ciò è dimostrato anche dal ritrovamento nella Grotta Verde nei pressi di Capo Caccia di ceramiche datate 2500-2000 a.C. Anche la civiltà nuragica ha lasciato numerosi resti. Un centinaio di nuraghi costellano infatti il territorio. Tra questi, i complessi nuragici di Palmavera e Sant'Imbenia sono tra i monumenti nuragici più significativi dell'isola. Proprio presso Sant'Imbenia si trovano i resti di una necropoli di origine fenicia e ciò attesta la probabile frequentazione di questo tratto di costa da parte dei fenici. Dopo la prima guerra punica, i romani si insediarono a Porto Conte.

La tesi secondo cui il nome di Alghero deriverebbe da Aliga (alga) è messa oggi fortemente in discussione. Numerosi fattori farebbero supporre una precedente frequentazione del sito da parte di popolazioni islamiche. Secondo i sostenitori di questa tesi, il nome "Alghero" deriverebbe da Al Giazir (porto con isola). Più o meno come la città di Algeri sulla costa nord-africana.

È certo che il centro urbano crebbe con le prime fortificazioni costruite per volontà della potente famiglia dei Doria. La città fu offerta dai Doria al protettorato della Repubblica di Genova e rimase nell'orbita della potente repubblica marinara fino al 1353.
Carta geografica del territorio di Alghero delineato nei suoi confini dal privilegio reale concesso dal re Pietro di Aragona nel 1360. 1758 (Archivio di Stato di Torino)
Nell'agosto di quell'anno gli Aragonesi diedero l'assedio alla città. La flotta genovese intervenne a guardia della città ma gli aragonesi prevalsero.
Dopo una sanguinosa battaglia navale nei pressi di Porto Conte, Alghero passò nelle mani di Pietro IV d'Aragona.

Nel cinquecento la città venne assumendo le caratteristiche che oggi conosciamo.
Furono edificati torri costiere e bastioni a difesa dalle incursioni dei pirati barbareschi.
La città divenne così l'avamposto militare aragonese a guardia del Capo di Sopra
(il nord della Sardegna).

Carta topografica della Nurra (1742), in castigliano

Il XVII secolo coincide con il declino della città, connesso anche alla crisi della corona d'Aragona e al fatto che la Ciutad de l'Alguer diveniva sempre meno importante nel quadro militare del Mediterraneo. A ciò si aggiunsero terrificanti carestie che a più riprese dimezzarono la popolazione. Venne così diminuendo la percentuale di Catalani a favore dei Sardi. Ciò tuttavia non comportò come si potrebbe credere una corruzione della lingua catalana che mantenne invece pressoché intatta la sua struttura.

Dal 1708 la città passa sotto il dominio austriaco. Circa un decennio dopo gli Austriaci cederanno la Sardegna ai Piemontesi in cambio della Sicilia. Il periodo dell'influenza piemontese fu segnato da carestie e conseguenti ribellioni della popolazione affamata che furono represse con la forza.
Nel 1821 furono condannati a morte 32 ribelli rei di aver partecipato ad una sommossa popolare dopo l'ennesima carestia.
Alghero, bastione. 1905 ante. (ISRE)
Nel ventennio fascista l'area viene bonificata dalle paludi e il territorio frazionato in poderi. Ciò favorì indubbiamente lo sviluppo dell'agricoltura e la nascita di alcune borgate rurali come Fertilia e Santa Maria La Palma.
Ma è nel dopoguerra che Alghero scopre con largo anticipo sul resto dell'isola la sua innata vocazione turistica.
Alghero, Lido di San Giovanni. (Comune di Alghero)